Divina Commedia. Paradiso

 Divina Commedia. Paradiso.


Buongiorno Readers,

un po' di tempo fa (un po' troppo, forse!) avevamo iniziato un excursus sui Canti della Commedia, ma il nostro viaggio si era fermato alla fine del Purgatorio. Perciò quest'anno ho pensato che non era bello lasciate le cose a metà e quindi eccoci qua a iniziare la nostra ascesa verso la terza Cantica dell'opera dantesca.

Come sempre ci sarà una presentazione del Canto (o dei Canti) con collocazione e personaggi e poi la citazione di qualche terzina significativa magari da tirare fuori al momento giusto per fare bella figura!

Bene, vi auguro buona lettura e spero che questo viaggio vi piacerà e vi possa tornare utile.







Il Paradiso è il terzo dei tre regni dell'Oltretomba cristiano visitato da Dante nel corso del viaggio, con la guida di Beatrice: Dante ne dà una precisa collocazione spaziale come per Inferno e Purgatorio, anche se la sua descrizione è molto lontana da quella di un luogo fisico e si fa più astratta man mano che l'ascesa procede. 

Il poeta immagina la Terra sferica e immobile al centro dell'Universo, circondata da dieci Cieli che costituiscono il Paradiso: i primi nove Cieli sono sfere concentriche che ruotano attorno alla Terra, mentre il X (l'Empireo) è immobile e si estende all'infinito, essendo la sede di Dio, degli angeli e dei beati.

Questi sono divisi in sette schiere, a seconda dell'influsso celeste che hanno subìto in vita, e sono gli spiriti difettivi, quelli operanti per la gloria terrena, gli spiriti amanti, i sapienti, i combattenti per la fede, gli spiriti giusti, gli spiriti contemplanti

Nel Cielo delle Stelle Fisse Dante assiste al trionfo di Cristo e di Maria, quindi gli appaiono le anime di san Pietro, san Giacomo e san Giovanni, che esaminano il poeta rispettivamente sulla fede, sulla speranza e sulla carità. Superato l'esame, Dante viene ammesso al Primo Mobile dove assiste allo sfavillio e al canto dei nove cori angelici, descritti come altrettanti cerchi lucenti che circondano un punto luminosissimo. Beatrice fornisce a Dante spiegazioni dottrinali circa la natura degli angeli, quindi lei e il poeta accedono all'Empireo, dove i beati si mostrano tutti in forma... di candida rosa: essi sono disposti in seggi che si allargano via via verso l'alto, e Dante osserva che i punti più lontani appaiono con la stessa nitidezza di quelli più vicini. Beatrice conduce Dante al centro della rosa e gli mostra che i seggi vuoti sono ormai pochi, tra cui quello già destinato all'imperatore Arrigo VII di Lussemburgo, su cui è posta la corona imperiale.

A questo punto Beatrice riprende il suo seggio all'interno della rosa, accanto a Rachele, mentre il suo posto come guida di Dante è rilevato da san Bernardo di Chiaravalle. Questi invita Dante a contemplare la gloria di Maria, quindi fornisce al poeta alcune spiegazioni circa la composizione della rosa e invoca l'assistenza della Vergine perché interceda presso Dio e ammetta Dante alla visione dell'Altissimo. La Cantica e il poema si chiudono con la descrizione di questa visione.


Nella descrizione poetica del terzo regno dell'Oltretomba Dante si discosta nettamente dalla tradizione letteraria precedente e sceglie una strada del tutto nuova, che differenzia la III Cantica anche dalle due precedenti. Inferno e Purgatorio, infatti, erano luoghi fisici la cui raffigurazione aveva tratti plastici e materiali, dal momento che il primo era una voragine che si apriva nel sottosuolo e il secondo una montagna altissima che si ergeva su un'isola; il Paradiso, invece, pur avendo una precisa collocazione spaziale, è rappresentato da Dante in modo astratto, immateriale, con una descrizione che si fa più rarefatta man mano che si sale e ci si avvicina a Dio. 

L'autore rinuncia quindi volutamente all'iconografia tradizionale che era associata al Paradiso, per affidarsi invece a effetti di luce e di musica, a figure geometriche e immagini matematiche che sono quanto di più lontano da ogni descrizione materiale.

Dante sottolinea a più riprese nella Cantica l'estrema difficoltà per i suoi mezzi umani di dare una compiuta descrizione del regno santo che rappresenta una dimensione sovrumana e va oltre le normali capacità terrene: tale difficoltà nasce anzitutto dal labile ricordo che della visione è rimasto nella sua memoria, a causa della sproporzione tra le capacità del suo intelletto e l'altezza delle cose vedute, e poi dal problema di esprimere a parole ciò che per sua natura è indescrivibile. Dante dichiara assai spesso che, pur facendo ricorso a tutta la sua capacità poetica e a tutta la sua ispirazione umana, non potrà che rappresentare una traccia dello spettacolo cui ha assistito e più volte, per rendere un'idea delle cose descritte, è costretto a usare delle complesse similitudini mitologiche ipotizzando delle situazioni impossibili in natura.

La poesia del Paradiso, come dell'intero poema, è una poesia ispirata da Dio, poiché Dante si considera l'autore umano di un'opera cui è stato chiamato in virtù di un eccezionale privilegio e alla quale secondo le sue parole hanno posto mano e cielo e terra.

Dante è cosciente dell'assoluta novità tematica e stilistica della Cantica e afferma più volte con orgoglio questo primato poetico che rivendica per se stesso, in quanto poeta che solca con la nave del suo ingegno un mare che non è stato mai percorso da nessun altro.



Struttura del Paradiso

Ciascuno dei primi nove Cieli è governato da un'intelligenza angelica e i primi otto sono associati a un influsso celeste e a una particolare schiera di beati (eccetto l'VIII, dove non compare alcuna schiera). Eccone uno schema riassuntivo:

 

I Cielo (della Luna)

È governato dagli Angeli ed è associato agli spiriti difettivi (che non portarono a termine i voti pronunciati)

Influsso: debole volontà

 

II Cielo (di Mercurio)

È governato dagli Arcangeli ed è associato agli spiriti operanti per la gloria terrena

Influsso: desiderio di gloria terrena

 

III Cielo (di Venere)

È governato dai Principati ed è associato agli spiriti amanti

Influsso: amore per il prossimo

 

IV Cielo (del Sole)

È governato dalle Podestà ed è associato agli spiriti sapienti

Influsso: amore per la sapienza

 

V Cielo (di Marte)

È governato dalle Virtù ed è associato agli spiriti combattenti per la fede

Influsso: combattività

 

VI Cielo (di Giove)

È governato dalle Dominazioni ed è associato agli spiriti giusti

Influsso: amore per la giustizia

 

VII Cielo (di Saturno)

È governato dai Troni ed è associato agli spiriti contemplanti

Influsso: tendenza alla vita contemplativa

 

VIII Cielo (delle Stelle Fisse)

È governato dai Cherubini

Influsso: amore per il bene

 

IX Cielo (Primo Mobile)

È governato dai Serafini e imprime il movimento a tutti gli altri Cieli

 

X Cielo (Empireo)

È la sede di Dio, degli angeli, dei beati

 


Commenti