Buon anno Readears,
iniziamo questo nuovo anno all'insegna di nuove affascinanti letture, con l'ultimo libro di Laura Imai Messina che, con la sua scrittura delicata ci porta ogni volta a scoprire un angolo speciale del Giappone e a scoprire qualcosa di quasi magico in questa cultura così lontana ma cosi affascinante.
Il mio augurio è quello che possiate avere un anno ricco di serenità e pieno di letture che sappiano riscaldarvi il cuore e regalarvi una carezza all'anima.
Laura Imai Messina, Tutti gli indirizzi perduti, Einaudi, 2024, pp. 240.
Cartaceo €19,90.
Ebook €9,99.
C'è una piccola isola, nel mare interno di Seto, che ha la forma di un'elica e non piú di centocinquanta abitanti. Proprio lí, nell'ufficio postale di Awashima, vengono conservate tutte le lettere spedite a un destinatario irraggiungibile: un amore perduto eppure ancora presente, la ragazza che leggeva Kawabata su un autobus a Roma, l'inventore del fon, il giocattolo preferito d'infanzia, il primo bacio che tarda ad arrivare. Come messaggi in bottiglia, sono parole lasciate andare alla deriva che non aspettano una risposta. Perché scrivere può curare, tenere compagnia, aiutarci a decifrare il mondo, o la nostra stessa anima. «Tutto il senso dello scrivere queste lettere è, precisamente, scriverle».
Un romanzo felice, pieno d'incanto, sulla potenza della scrittura e sulla meraviglia che può nascere dalla fiducia nelle relazioni, anche quelle con gli sconosciuti.
Le persone hanno
bisogno di scrivere. […] per alcune di loro farlo coincide con sopravvivere.
Laura Imai Messina ci porta alla scoperta di un altro pezzo di Giappone: nel mare interno di Seto si trova una piccola isola a forma di elica che si chiama Awashima, abitata da circa 150 persone, per la maggior parte anziane, e dove si trova l’Ufficio postale alla deriva. Un ufficio postale unico al mondo dove vengono raccolte le lettere che non hanno un indirizzo per diversi motivi. Perché l’indirizzo originario non esiste più, perché la persona a cui è indirizzata la lettera non può più riceverla. Sono come dei messaggi in bottiglia, lasciati andare alla deriva, che non aspettano risposta. Perché si scrive sempre per noi stessi più che per gli altri o per un destinatario specifico.
Risa, una giovane ragazza, approda ad Awashima con l’intento di catalogare le lettere che arrivano all’Ufficio postale alla deriva, ma anche per cercare delle lettere indirizzate a lei, scritte dalla madre anni prima, in cui spera di trovare le risposte alle sue domande e la soluzione alle sue paure.
Una volta giunta sull’isola, Risa, capirà quasi subito che Awashima è un posto unico, dove tutto si svolge con dei ritmi precisi, dove non esiste la freneticità e dove si può assaporare il piacere della lentezza fa vedere tutto in modo diverso.
All’interno dell’Ufficio postale alla deriva, Risa scoprirà la varietà delle lettere che vi arrivano: ci sono quelle verso persone scomparse ma a cui si sente il bisogno di dire ancora delle cose, quelle verso sconosciuti che, però, sono stati capaci di cambiare il corso di una giornata o di una vita intera, quelle verso oggetti da cui non ci si vuole separare o che si sono persi.
Con questo libro Laura Imai Messina ci racconta il potere salvifico della scrittura, di quanto scrivere faccia del bene più a chi lo fa che al possibile destinatario. E poi ci racconta l’importanza degli sconosciuti che alimentano la nostra curiosità, cosa che non succede con chi conosciamo e di cui pensiamo di sapere tutto.
Condividiamo più vita
con gli sconosciuti di quanta ne spartiamo con coloro di cui sappiamo i nomi.
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